Recentissima pubblicazione per la Multimage
di Firenze, casa editrice dei diritti umani, il volume dal titolo
«Paesaggi Kosovari. Il patrimonio culturale come risorsa di progresso e
opportunità per la pace», è stato presentato il 1° dicembre 2018 presso il Giardino Liberato di Materdei, a Napoli, in una dimensione in cui testo e contesto proveranno a dialogare e interagire costantemente.
Il volume è il risultato di una
ricerca-azione sul tema dei patrimoni culturali in contesti di
conflitto, contesti che hanno subito la furia della guerra, in
particolare della guerra etno-politica, e che attraversano un estenuante post-conflitto, presi nella morsa tra gli interessi
delle grandi potenze, che condizionano l’autonomia e lo sviluppo di
queste comunità, e la violenza che continua a diffondersi nel tessuto
delle relazioni, inoculando il proprio veleno, esasperando
le divisioni e le segregazioni sociali, etniche, comunitarie.
Siamo nel cuore dell’Europa, appena al di là della “sponda adriatica”
del Mare di Mezzo, dove tanti eventi, importanti e decisivi, per la
storia sociale e culturale della vicenda europea si sono dipanati. Siamo
nel territorio della ex Jugoslavia, che dopo la vittoria contro il
nazifascismo e la liberazione della regione, ad opera delle formazioni
partigiane e socialiste di Tito, aveva saputo inaugurare una originalissima via nazionale al socialismo,
fatta di autogestione della produzione, federalismo e non-allineamento.
Siamo in Serbia, e, in particolare, in Kosovo, dove il paradigma della
guerra etno-politica e delle cosiddette “nuove guerre” è stato
inaugurato proprio nel 1999.
Ma siamo anche nel contesto di una vibrante
attualità. La Serbia, come altri Paesi dei Balcani Occidentali, ciascuno
con le proprie forme e nei propri tempi, è alle prese con il proprio,
dibattuto e controverso, processo di adesione alla Unione Europea. La
Serbia e il Kosovo sono impegnati in un dialogo politico
per giungere ad una soluzione della cosiddetta «controversia kosovara»,
che non si può che auspicare basata su una formula win-win, che sappia
guardare ai bisogni della popolazione, piuttosto che agli interessi
degli Stati. In Kosovo, e intorno al Kosovo, gravitano non pochi patrimoni mondiali dell’umanità dell’UNESCO,
luoghi e beni culturali di grandissima rilevanza storica e culturale,
di bellezza, di memoria del passato e di speranza nei confronti del
futuro.
Il Monastero di Dečani; il Patriarcato di Peć; la
Chiesa della Bogorodica Ljeviška, la Madre di Dio di Ljeviš, a Prizren;
il Monastero di Gračanica, poco distante dal capoluogo, Prishtina;
l’antica Stari Ras e lo splendido Monastero di Sopočani, in Serbia, e
ancora, poco oltre, lo splendido Monastero di Studenica, sono solo
alcuni, quelli all’interno delle liste dell’UNESCO nella zona, tra i
patrimoni culturali che continuano ad esercitare un fascino
indiscutibile e che spesso portano con sé un messaggio che non si limita
a ricordare i fasti del passato e le memorie del tempo che fu, ma può
continuare a ispirare un messaggio, un contenuto, positivo, per l’oggi e
per il domani.
È importante che questo interrogativo, che la ricerca
stessa avanza e rilancia, possa essere affrontato in un luogo così
significativo come il “Giardino Liberato” di Materdei a Napoli. Lo
stesso Giardino Liberato è, infatti, un patrimonio culturale dove si
esercita iniziativa sociale e in cui si tesse la memoria del passato con
la prospettiva del futuro. È questo giardino il cuore dello spazio un
tempo occupato dal complesso delle Teresiane,
restituito alla collettività sin dal 2012 grazie a una iniziativa dal
basso di cittadini e cittadine per farne un bene comune, riconosciuto,
dalla Città di Napoli, «tra i beni comuni emergenti e percepiti dalla cittadinanza quali ambienti di sviluppo civico e, come tali, strategici».
La scheda del libro e le ulteriori informazioni sono disponibili al link:
http://www.multimage.org/libri/paesaggi-kosovari-1998-2018
La scheda del libro e le ulteriori informazioni sono disponibili al link:
http://www.multimage.org/libri/paesaggi-kosovari-1998-2018