sabato 8 aprile 2017

Ordalie. Memorie e Memoriali per la Pace e la Convivenza



La sfera culturale, spesso distorta per alimentare ostilità e conflitto, può costituire, nondimeno, un potente fattore di soggettivazione e di legame. 
Il riconoscimento dei giacimenti culturali e la valorizzazione dei “luoghi della memoria”, punti di sedimentazione delle memorie collettive, assurgono, altresì, a occasioni preziose, contro l'oblio e lo spaesamento, per costruire la pace e la condivisione attraverso le culture.  
Nella prospettiva del «culture-oriented peace-building», attraverso il Mediterraneo, nei Balcani, nel Kosovo post-conflitto, contenuti e significati, in essi racchiusi, riverberano, per il futuro, messaggi di convivenza e di giustizia. 

Il saggio, "Ordalie. Memorie e Memoriali per la Pace e la Convivenza", prodotto nel quadro del progetto PRO.ME.T.E.O. (PROductive MEmories to Trigger and Enhance Opportunities), sostenuto nel quadro della cooperazione decentrata e solidarietà inter-nazionale del Comune di Napoli, indaga la triangolazione tra memorie, culture e pace. 
Già protagonista della prima sperimentazione di un ente locale esplicitamente dedicata alla costruzione di Corpi Civili di Pace in zona di conflitto, la Città di Napoli conferma quindi il suo impegno, ancor di più all'indomani della recente integrazione del proprio Statuto con la vocazione della Città quale "Città di Pace e di Giustizia". 
La ricerca-azione sviluppata nei Balcani, in particolare in Serbia, nello specifico in Kosovo, attraverso dieci destinazioni salienti (Subotica, Sremski Karlovci, Belgrado, Kragujevac, Novi Pazar, Mitrovica in Kosovo, Prishtina, il complesso UNESCO di Gracanica e Decani, il giacimento archeologico di Ulpiana, Prizren), nell'azione costruttiva per la pace, in termini di “pace con giustizia”, trova nel «culture-oriented peace building», la rigenerazione della pace a sfondo culturale, una misura autentica e decisiva. 
Sul terreno culturale si gioca, infatti, il confronto delle identità, multiple e cangianti, e si dipana la sfida del superamento dei conflitti etno-politici. In questo contesto, i “luoghi della memoria”, insieme sedimento di memorie collettive e terreno di stratificazione di retaggi memoriali e culturali, storici e sociali, possono costituire un vettore significativo di riappropriazione sociale: una domanda di riconoscimento e di soggettivazione, una sfida di tutela e di rigenerazione, nel senso di un patrimonio universale riecheggiante una storia comune.
Nello scenario europeo e mediterraneo, spazio continuo di città e di comunità, di conflitti e di attraversamenti, i Balcani, insieme nucleo e limes d'Europa, svolgono polifonie di voci e di culture, ricche di potenziali di pace, smascherano ideologie di identitarismo e nazionalismo, riverberano possibilità di inclusione e di convivenza.

In copertina
Scenario della “Oda”, la sala degli incontri della tradizione albanese, simbolo di cultura della accoglienza e della ospitalità, presso il Museo Etnografico (Muzeu Etnologjik) Prishtina, Kosovo.

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