Il Gran Polo Patriottico Simon Bolivar dunque ha ottenuto una nitida vittoria, con l'82,68% dei voti validi per i deputati della lista nazionale, secondo i risultati ufficiali annunciati dal Consiglio Nazionale Elettorale (CNE). Il blocco bolivariano ha ottenuto cioè 4.553.484 voti su un totale di 5.507.324 voti espressi, con un'affluenza alle urne pari al 42,63%, con oltre 5,5 milioni di venezuelani che hanno esercitato il loro diritto di voto in una giornata non facile, anche perché segnata da pessime condizioni metereologiche, da pioggia battente per gran parte della giornata elettorale a Caracas e in numerosi centri, e in condizioni di maggiori difficoltà logistiche nelle aree più remote del Paese, una giornata che, per tutti questi motivi, è stata definita dal CNE "ardua" ma positiva per il sistema elettorale venezuelano che ha confermato tutte le sue caratteristiche, già note agli osservatori e agli analisti internazionali, di trasparenza, affidabilità, sicurezza del voto.
Il bolivarismo conferma quindi l’ampia adesione popolare alla sua visione, alla sua strategia e al suo programma, un dato questo importante anche sotto il versante politico della prospettiva, dal momento che quella che si va ad insediare sarà una legislatura costituente, nella quale si tratterà di procedere sulla strada della innovazione, dando ulteriore impulso al Piano delle Sette Trasformazioni, avviando una modifica della Costituzione, e costruendo una riforma del sistema elettorale che dovrà essere basato sui circuiti comunali, e quindi sull’articolazione di base delle Comuni socialiste, uno dei pilastri dell’articolazione del sistema bolivariano. Per quello che riguarda dunque, i risultati, il Gran Polo Patriottico Simon Bolivar ha ottenuto 4.553.484 voti (82,68%); l’Alianza Democrática (AD), la principale coalizione di opposizione, 344.422 voti (6,25%), l’Alianza UNTC Única 285.501 voti (5,18%) e l’Alianza Fuerza Vecinal 141.566 voti (2,57%). I voti rimanenti, comprese le schede nulle, ammontano a 182.351 voti, pari al 3,31% del totale. Queste cifre consolidano dunque l’affermazione del “chavismo” nel Parlamento venezuelano per la prossima legislatura.
Elvis Amoroso, presidente del Consiglio Nazionale Elettorale, ha espresso il "profondo orgoglio" del potere elettorale (uno dei cinque poteri nei quali si articola il sistema bolivariano, che oltre ai tradizionali poteri, legislativo, esecutivo, giudiziario, prevede infatti anche il potere civico e, appunto, il potere elettorale) nell'organizzazione delle elezioni, sottolineando la trasparenza del processo pur tra le tensioni politiche che il Paese sta attraversando; ha inoltre sottolineato il protagonismo del popolo venezuelano, un tema di grande importanza, essendo proprio la “democrazia partecipativa e protagonistica” la base del potere popolare in azione che è, a sua volta, la forza motrice del processo rivoluzionario bolivariano e socialista. "Un giorno in cui il popolo ha, per la prima volta, un governatore entrato in carica grazie alla volontà popolare", ha poi affermato, sottolineando il profondo orgoglio di fronte agli sviluppi della giornata elettorale.
"Ringraziamo gli osservatori internazionali, presenti nel Paese con il miglior sistema elettorale al mondo", ha ribadito. "Il Venezuela è un esempio per il mondo e possiamo dimostrare ancora una volta la forza del CNE". I risultati preliminari segnano una nuova vittoria per il progetto politico avviato da Hugo Chávez e proseguito da Nicolás Maduro, in un contesto peraltro di impegnative sfide economiche e politiche internazionali e di sempre crescenti minacce che l’imperialismo occidentale, in primo luogo da Washington, stende contro l’esperimento di partecipazione popolare e di trasformazione sociale che il Venezuela bolivariano rappresenta. Quanto poi alle elezioni statali, il Gran Polo Patriottico Simón Bolívar ottiene 23 su 24 governatori con uno dei leader dell'opposizione, Alberto Galíndez, che governerà lo stato di Cojedes, nell’Ovest. Il “chavismo” riprende poi il governo dello stato di Zulia, con Luis Caldera che ottiene oltre il 64% dei voti. Si tratta di un dato di grande importanza: lo Stato di Zulia infatti, nell’ovest del Paese, confina per un ampio tratto con la Colombia e ospita immensi giacimenti di petrolio, gas naturale e carbone.
Per la prima volta è stato votato un governatore nella regione della Guayana Esequiba, dove il candidato Neil Villamizar ha vinto con il 97,40% dei voti. Con 12 seggi elettorali allestiti in località come El Dorado, Las Claritas e San Martín de Turumbán, sono stati chiamati alle urne circa 21.500 persone residenti in quel territorio, compresa la popolazione indigena, secondo la legge e la procedura elettorale della Repubblica Bolivariana del Venezuela. La concretizzazione di questo sviluppo politico-elettorale è il risultato della consultazione popolare del 3 dicembre 2023, in cui il 96% della popolazione venezuelana ha approvato la creazione dello stato della Guayana Esequiba, ratificata in via definitiva con la successiva legge organica dell'aprile 2024.