lunedì 29 settembre 2025

Una Scuola permanente per Corpi Civili di Pace

 

Come ricordava Alberto L’Abate, “quello che è sicuro è che se le Nazioni Unite avessero a disposizione un corpo internazionale di pace, ben preparato alla nonviolenza, il loro ruolo nella prevenzione dei conflitti e nella loro risoluzione nonviolenta, come richiesto dall’Agenda per la Pace e dallo stesso Segretario Generale, sarebbe molto maggiore ed efficace di quanto sia attualmente”. 

Il sito istituzionale del Comune di Vicenza riporta le dichiarazioni di alcuni tra i principali protagonisti del momento, storico per la città e non solo, dell’inaugurazione del Parco per la Pace. Un parco, nelle parole del sindaco Giacomo Possamai, «nato quindici anni fa da una grande mobilitazione civica, dalla capacità della città di reagire, da un impegno collettivo contro la militarizzazione. Oggi che dopo tanti anni arriviamo ad aprirlo, è importante che quel testimone venga raccolto, che quel significato venga preservato, perché questo parco, che è insieme straordinaria infrastruttura verde e pensiero collettivo sulla pace, rappresenta una delle più grandi opportunità per il futuro della nostra città. Una storia da continuare a scrivere insieme: amministratori, associazioni e cittadini». La storia del parco è nota, ed esemplare, una lotta sociale di grande impatto e di portata locale e nazionale, al tempo stesso contro la militarizzazione del territorio e per la liberazione di spazi civici di fruizione collettiva, un caso esemplare, appunto, di democrazia negli spazi e attraverso gli spazi. 

Al 2004 risale la richiesta statunitense di ampliare la base militare di Vicenza; al 2006, dopo la valutazione del progetto da parte del Comitato misto paritetico regionale, la notizia diventa finalmente di pubblico dominio e scatta la mobilitazione dei cittadini e delle cittadine di Vicenza; dal 2007 il presidio permanente No Dal Molin e l’insieme delle realtà civiche e associative del territorio inaugurano una vera e propria mobilitazione permanente contro la base e per liberare, con finalità sociale, gli spazi destinati all’ampliamento della base stessa; si susseguono eventi e mobilitazioni, la manifestazione del 17 febbraio 2007 (centocinquantamila persone), i festival No dal Molin del 2007, 2008 e 2009, l’occupazione simbolica della Basilica Palladiana (marzo 2007) e della Prefettura (gennaio 2008), dell'area dell'aeroporto civile (gennaio 2009). 

Nella consultazione popolare autogestita del 5 ottobre 2008, dei 25 mila votanti (quasi il 30% degli aventi diritto al voto nel Comune di Vicenza), la quasi totalità (il 95%) si esprime contro la realizzazione della nuova base militare statunitense. Una mobilitazione di grande impatto e di lunga durata che registra una svolta il 7 luglio 2011: la creazione di un'area verde ad est della base e una serie di altre opere civili. Non si tratta di una pura e semplice “compensazione”, bensì di una vittoria della lotta contro la base Usa, contro la guerra e contro la militarizzazione, il primo passo di quello che finalmente è stato inaugurato come “Parco per la Pace”. Come hanno sottolineato gli attivisti e le attiviste, infatti, il Parco per la Pace è molto più di uno spazio verde: è rigenerazione urbana, memoria collettiva e futuro sostenibile, uno spazio finalmente restituito alla città, con la partecipazione attiva a vario titolo di circa quaranta tra gruppi, organizzazioni e associazioni, con tre grandi vocazioni: pace, nonviolenza, socialità; sport per tutti e per tutte; ambiente, sostenibilità, natura. 

Proprio nel quadro della sua vocazione alla pace, memore delle lunghe lotte democratiche e antimilitariste che hanno portato alla liberazione degli spazi della ex base, è stato organizzato, nelle giornate della inaugurazione degli scorsi 27 e 28 settembre, un laboratorio dedicato alla realizzazione, in questi spazi, di una Scuola permanente per Corpi Civili di Pace, attraverso tre momenti, a cura delle associazioni SiAmo Vicenza e Mir Vicenza: un laboratorio di tecniche di azione diretta nonviolenta, per costruire risposte alla violenza diretta, culturale e strutturale, all’ingiustizia e alla guerra, riprendendo in questo le lezioni dei grandi pionieri della ricerca-azione per la pace, a partire da Johan Galtung e, in Italia, Alberto L’Abate; un laboratorio progettuale per una Scuola per Corpi Civili di Pace a Vicenza; un incontro divulgativo sui temi della soluzione creativa e nonviolenta dei conflitti con testimonianze ed esperienze concrete in aree di conflitto e guerra. 

Si tratta della prosecuzione e dello sviluppo di una vera e propria memoria di lotta e di impegno contro la guerra e per la pace. Dal 3 al 5 giugno 2011 Vicenza ha ospitato infatti il Convegno internazionale sulla prevenzione nonviolenta dei conflitti armati e la formazione dei Corpi Civili di Pace, promosso dall'Assessorato alla Pace del Comune di Vicenza insieme con l'Associazione IPRI Rete CCP (Istituto Italiano di Ricerca per la Pace - Rete Corpi Civili di Pace), in collaborazione con il Centro diritti umani dell'Università di Padova e la Rete Transcend, che ha visto il 5 giugno la lectio magistralis di Galtung e il 4 giugno il Seminario di studio dedicato alla realizzazione a Vicenza di un Centro per la previsione e la prevenzione dei conflitti armati e per la formazione di Corpi Civili di Pace. 

Dal 17 al 19 aprile 2015 sempre a Vicenza si è svolta la Rassegna ColtiVIamoci, dedicata a Principi e buone prassi sulla trasformazione nonviolenta dei conflitti - Dal livello locale al livello internazionale, e in più momenti, sino ad oggi, si sono svolte attività e iniziative legate ai temi, propri dei CCP, della prevenzione della violenza, della proposta costruttiva, e della trasformazione positiva dei conflitti. Non meno importanti le pubblicazioni legate a queste sperimentazioni, dagli Studi di fattibilità agli Atti del Convegno

D’altra parte, come ricordava Alberto L’Abate, “quello che è sicuro è che se le Nazioni Unite avessero a disposizione un corpo internazionale di pace, ben preparato alla nonviolenza, il loro ruolo nella prevenzione dei conflitti e nella loro risoluzione nonviolenta, come richiesto dall’Agenda per la Pace e dallo stesso Segretario Generale, sarebbe molto maggiore ed efficace di quanto sia attualmente” (reteccp.org/biblioteca/nonvio/labate/maremoto1.html). Occorrono cioè strumenti autonomi di società civile di lotta contro la guerra e costruzione della pace. Nelle guerre e nella spirale delle grandi violazioni che caratterizzano il nostro tempo, un monito più urgente e attuale che mai.  

Alcuni riferimenti: 

Gianmarco Pisa, Corpi civili di pace. Esistono? Chi sono? Cosa fanno?, ebook:
https://www.librerie.coop/libri/9788899050207-corpi-civili-di-pace-multimage 

Nanni Salio, La difesa popolare nonviolenta, online: 
https://www.reteccp.org/biblioteca/nonvio/vari/salio2.html 

Francesco Tullio, Le Organizzazioni Non Governative e la trasformazione dei conflitti. Le operazioni di pace nelle crisi internazionali. Analisi, esperienze, prospettive, Edizioni Associate/Editrice Internazionale, Roma 2002, con una presentazione online: 
https://www.pacedifesa.org/2005/04/26/le-ong-e-la-trasformazione-dei-conflitti 

Antonino Drago, Difesa popolare nonviolenta. Premesse teoriche, principi politici e nuovi scenari, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 2006; una recensione di Enrico Peyretti è disponibile online: 
https://www.peacelink.it/pace/a/21848.html 

Alberto L’Abate, Giovani e Pace. Ricerche e formazione per un futuro meno violento, n. e. Multimage, Firenze, 2025: https://multimage.org/libri/giovani-e-pace 

Immagine: Peace by Nick Youngson Alpha Stock Images CC BY-SA 3.0. 

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