Il Ponte di Mitrovica, Kosovo |
In occasione della presentazione del progetto per Corpi Civili di Pace in Kosovo, sull'esplorazione dei luoghi della memoria e la ricostruzione di tessuti di condivisione, dal titolo PRO.ME.T.E.O. («Productive Memories to Trigger and Enhance Opportunities»), sostenuto dalla Cooperazione Decentrata del Comune di Napoli, nell'ambito della Conferenza “Necessario Cooperare: l'impegno della Città di Napoli per un Mediterraneo di Pace e di Cooperazione”, tenuta in Sala Giunta, il 5 Aprile, le relazioni illustrate e gli interventi proposti hanno messo in condivisione una grande quantità di idee e sollecitazioni, con proposte e spunti di riflessione.
Sin dalla presentazione, la Conferenza si è mossa con l'obiettivo del “che fare”: cosa ci sarebbe da fare, cosa potremmo fare, per prevenire la guerra e per contrastare il terrorismo, per riconquistare al Mediterraneo la sua vocazione più simbolica ed affascinante, quella di essere mare tra tante sponde, culla di culture e civiltà, campo di ospitalità e di convivenza, anziché di guerra e di terrore. L'occasione è stata quindi preziosa per interrogarci sul fallimento delle risposte classiche, l’ingerenza e la guerra umanitaria, perfino l’esportazione della democrazia, e sulla promessa di nuovi strumenti, la “diplomazia popolare” e la “cooperazione solidale”.
Ci è sembrato quindi opportuno raccogliere la seguente “minuta” su alcuni tra gli spunti offerti dai relatori.
Rosanna Morabito (docente di lingua e letteratura serba e croata presso l'Università “Orientale” di Napoli):
a. la Jugoslavia ha rappresentato un contesto multi-nazionale, multi-etnico e multi-confessionale,
b. il bombardamento della Serbia da parte della N.A.T.O. nel 1999 ha costituito una violazione,
c. il profilo di una regione segnata da massicci movimenti di popolazione nel corso della storia,
d. i gravi problemi aperti della democrazia e dello stato di diritto nel Kosovo indipendente di fatto dal 2008,
e. le violente reazioni dei nazionalisti e le forti contrapposizioni opposte al dialogo e alla convivenza, anche in relazione agli importanti accordi del 19 Aprile 2013 e l'odierna necessità del lavoro sulla/sulle memoria/e.
Giovanni Sarubbi (direttore de “Il Dialogo” dedicato al dialogo inter-religioso e cristiano-islamico):
a. la libertà religiosa è fondamentale libertà soggettiva e, in particolare, libertà costituzionale,
b. la dottrina dello “scontro delle civiltà” alla Samuel Huntington si è purtroppo andata affermando,
c. il “primato” della religione e delle questioni religiose come “architrave” del destino umano?
d. la guerra ed il terrorismo non hanno nulla a che vedere né con le religioni né con le civiltà,
e. l'attacco contro “una” religione è, al tempo stesso, un attacco portato contro “tutte” le religioni e quindi la strumentalizzazione etno-religiosa, etno-culturale o etno-politica è una minaccia anche alla nostra libertà.
Maria Teresa “Maite” Iervolino (docente di lingua e letteratura inglese, anglista e slavista):
a. l'intercultura è uno strumento pertinente ed efficace per la gestione e il superamento dei conflitti,
b. il conflitto, a propria volta, è sovente uno “specchio” di altri conflitti e di altre contraddizioni,
c. il rispetto delle culture diverse/altre e l'incontro delle alterità/differenze è più che mai decisivo,
d. i nessi dialettici: identità vs. alterità, certezza/compattezza/clausura vs. dubbio/critica/apertura,
e. la necessità di una “lingua polifonica” per superare la contrapposizione sé/altro-da-sé (alterità).
Maurizio del Bufalo (coordinatore del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli):
a. l'esperienza presso la UNDP (maggiore agenzia dell'ONU) e i programmi di “sviluppo umano”,
b. il ruolo svolto da Kofi Annan ed il varo del programma dei «Millennium Development Goals»,
c. i diritti umani (tutti i diritti umani per tutti) come percorso critico e come programma di sviluppo,
d. lo snaturamento della cooperazione internazionale nel passaggio di funzioni dal civile al militare,
e. l'esigenza di trasformare il “codice” del rapporto: da donatore/beneficiario a partner/cooperante.
Amarilys Gutierrez Graffe (Console Generale a Napoli della Repubblica Bolivariana del Venezuela):
a. la forma della cooperazione solidale e della integrazione regionale si basa sui diritti umani,
b. il modello di riferimento della cooperazione solidale è quello della diplomazia dei popoli,
c. i diritti umani non possono che basarsi sulla centralità delle persone e il rispetto delle differenze,
d. “pueblo unido”: agire per essere “esseri umani del mondo” e per favorire l'unità dei popoli,
e. individuare e superare i fattori di contrasto e di divisione, che non sono le religioni ma il capitale mondiale ed agire ed intervenire per favorire la crescita di un movimento per la pace a livello internazionale.
Alessandro Fucito (Assessore della Città di Napoli al patrimonio e alla cooperazione decentrata):
a. il ruolo delle presunte “primavere arabe” e la dinamica sconvolgente della guerra e del terrorismo oggi,
b. la città di Napoli come crocevia del Mediterraneo, capitale dei diritti e centro di cooperazione solidale,
c. i luoghi della attivazione della città di Napoli: Palestina, Balcani, Rojava, Sahara Occidentale, Mauritania,
d. interscambio e reciprocità: il dialogo tra città e territori; il rispetto delle esperienze democratiche; la pace,
e. i criteri operativi e strategici: messa a rete e messa a sistema, impatto positivo, trasformazione sociale.
a. la Jugoslavia ha rappresentato un contesto multi-nazionale, multi-etnico e multi-confessionale,
b. il bombardamento della Serbia da parte della N.A.T.O. nel 1999 ha costituito una violazione,
c. il profilo di una regione segnata da massicci movimenti di popolazione nel corso della storia,
d. i gravi problemi aperti della democrazia e dello stato di diritto nel Kosovo indipendente di fatto dal 2008,
e. le violente reazioni dei nazionalisti e le forti contrapposizioni opposte al dialogo e alla convivenza, anche in relazione agli importanti accordi del 19 Aprile 2013 e l'odierna necessità del lavoro sulla/sulle memoria/e.
Giovanni Sarubbi (direttore de “Il Dialogo” dedicato al dialogo inter-religioso e cristiano-islamico):
a. la libertà religiosa è fondamentale libertà soggettiva e, in particolare, libertà costituzionale,
b. la dottrina dello “scontro delle civiltà” alla Samuel Huntington si è purtroppo andata affermando,
c. il “primato” della religione e delle questioni religiose come “architrave” del destino umano?
d. la guerra ed il terrorismo non hanno nulla a che vedere né con le religioni né con le civiltà,
e. l'attacco contro “una” religione è, al tempo stesso, un attacco portato contro “tutte” le religioni e quindi la strumentalizzazione etno-religiosa, etno-culturale o etno-politica è una minaccia anche alla nostra libertà.
Maria Teresa “Maite” Iervolino (docente di lingua e letteratura inglese, anglista e slavista):
a. l'intercultura è uno strumento pertinente ed efficace per la gestione e il superamento dei conflitti,
b. il conflitto, a propria volta, è sovente uno “specchio” di altri conflitti e di altre contraddizioni,
c. il rispetto delle culture diverse/altre e l'incontro delle alterità/differenze è più che mai decisivo,
d. i nessi dialettici: identità vs. alterità, certezza/compattezza/clausura vs. dubbio/critica/apertura,
e. la necessità di una “lingua polifonica” per superare la contrapposizione sé/altro-da-sé (alterità).
Maurizio del Bufalo (coordinatore del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli):
a. l'esperienza presso la UNDP (maggiore agenzia dell'ONU) e i programmi di “sviluppo umano”,
b. il ruolo svolto da Kofi Annan ed il varo del programma dei «Millennium Development Goals»,
c. i diritti umani (tutti i diritti umani per tutti) come percorso critico e come programma di sviluppo,
d. lo snaturamento della cooperazione internazionale nel passaggio di funzioni dal civile al militare,
e. l'esigenza di trasformare il “codice” del rapporto: da donatore/beneficiario a partner/cooperante.
Amarilys Gutierrez Graffe (Console Generale a Napoli della Repubblica Bolivariana del Venezuela):
a. la forma della cooperazione solidale e della integrazione regionale si basa sui diritti umani,
b. il modello di riferimento della cooperazione solidale è quello della diplomazia dei popoli,
c. i diritti umani non possono che basarsi sulla centralità delle persone e il rispetto delle differenze,
d. “pueblo unido”: agire per essere “esseri umani del mondo” e per favorire l'unità dei popoli,
e. individuare e superare i fattori di contrasto e di divisione, che non sono le religioni ma il capitale mondiale ed agire ed intervenire per favorire la crescita di un movimento per la pace a livello internazionale.
Alessandro Fucito (Assessore della Città di Napoli al patrimonio e alla cooperazione decentrata):
a. il ruolo delle presunte “primavere arabe” e la dinamica sconvolgente della guerra e del terrorismo oggi,
b. la città di Napoli come crocevia del Mediterraneo, capitale dei diritti e centro di cooperazione solidale,
c. i luoghi della attivazione della città di Napoli: Palestina, Balcani, Rojava, Sahara Occidentale, Mauritania,
d. interscambio e reciprocità: il dialogo tra città e territori; il rispetto delle esperienze democratiche; la pace,
e. i criteri operativi e strategici: messa a rete e messa a sistema, impatto positivo, trasformazione sociale.
A proposito del Progetto PRO.ME.T.E.O. per Corpi Civili di Pace in Kosovo, segui questo link.
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