Una immagine storica della Città di Mitrovica, sul Ponte, Kosovo |
A proposito dell'impegno per la cooperazione e la solidarietà internazionale nel Mediterraneo, dell'azione dei Corpi Civili di Pace per la prevenzione dei conflitti armati e la costruzione concreta di una prospettiva di pace e di coesistenza, la diplomazia per la pace e la cooperazione regionale, condotte, tra le esperienze più avanzate del sub-continente latino-americano, dalla Repubblica Bolivariana del Venezuela, gli Operatori di Pace della Campania, in collaborazione con aggregazioni e reti di società civile, come l'Associazione “Lidia Menapace - Culture e Memorie” e il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, con il coinvolgimento dell'Assessorato al Patrimonio, la Casa e la Cooperazione Decentrata del Comune di Napoli ed il Consolato Generale a Napoli della Repubblica Bolivariana del Venezuela, hanno organizzato il Convegno sul tema “Necessario Cooperare. L'impegno della Città di Napoli per un Mediterraneo di Pace e di Cooperazione”, presso la Sala Giunta, lo scorso 5 Aprile.
L'evento si è tenuto presso Palazzo San Giacomo, la sede istituzionale del Comune di Napoli, ed è stato animato da numerose relazioni e diversi spunti di riflessione proposti nel corso del ricco e partecipato confronto pubblico che ne è seguito, a partire, appunto, dai contributi di Gianmarco Pisa, operatore di pace e segretario della Rete dei Corpi Civili di Pace; Maria Teresa Iervolino, anglista e slavista, presidentessa dell'associazione “Lidia Menapace - Culture e Memorie”; Maurizio del Bufalo, coordinatore del Festival del Cinema per i Diritti Umani e presidente dell'associazione “Cinema e Diritti”; Giovanni Sarubbi, giornalista, esperto di dialogo inter-religioso, direttore del periodico “Il Dialogo”; Rosanna Morabito, docente di lingua e letteratura serba e croata presso l'Università “Orientale” di Napoli; Amarilys Gutierrez Graffe, Console della Repubblica Bolivariana del Venezuela; e le conclusioni di Alessandro Fucito, assessore alla cooperazione internazionale del Comune di Napoli.
L'importanza di preservare e consolidare la memoria storica, il rispetto delle diversità e la conoscenza delle culture “altre”, sono stati identificati come strumenti decisivi per l'integrazione e la cooperazione, sia nel senso di mantenere consapevole continuità nell'impegno per la pace e contro la guerra, sia per costruire strumenti adeguati ed efficaci per contrastare la diffusione della violenza e l'immane spirale della guerra e del terrorismo che sconvolge il Mediterraneo. In tal senso, il ruolo del Venezuela Bolivariano non è banale, viceversa è stato da più parti riconosciuto come uno degli esempi più avanzati nella promozione di politiche per la pace e la risoluzione diplomatica dei conflitti e nello sviluppo di processi di integrazione e di cooperazione regionale, grazie ai risultati ottenuti attraverso l'ALBA, l'UNASUR, la CELAC, tra gli altri meccanismi di integrazione dei popoli e degli stati latino-americani nella dimensione regionale.
A questo proposito, anche in relazione all'avvio del nuovo progetto, per le memorie collettive e la pace positiva e per la promozione di Corpi Civili di Pace nei Balcani, dal titolo PRO.ME.T.E.O. («Productive Memories to Trigger and Enhance Opportunities»), è stato messo in luce sin dall'apertura il tema centrale del lavoro di pace e cooperazione nel Mediterraneo, il recupero del suo ruolo e del suo significato come spazio che unisce e collega; la salvaguardia del suo profilo e del suo messaggio come spazio di cooperazione e di fratellanza tra popoli e culture, diverse e miste. Gianmarco Pisa, nella relazione di apertura, ha fatto riferimento ai conflitti che sono letteralmente sfuggiti al “controllo” delle potenze occidentali e delle istituzioni europee, che affliggono milioni di vite umane, costrette a migrare per sfuggire alla guerra e alla povertà, o anche, legittimamente e dignitosamente, alla ricerca di migliori condizioni di vita e di una prospettiva di futuro, esponendo i propri corpi e mettendo a rischio la propria vita. Perciò è importante mantenere in vita la memoria collettiva e sperimentare strumenti efficaci per contrastare la guerra e costruire la pace.
Amarilys Gutierrez Graffe ha mostrato come i principi di integrazione e cooperazione siano le basi della diplomazia di pace venezuelana e i progetti concretizzati nelle missioni sociali bolivariane hanno puntato a offrire risposte e soluzioni concrete ai problemi sociali. Sandro Fucito, sotto questo versante, ha riconosciuto il ruolo del Venezuela come paese promotore di pace, non con la violenza delle armi e la “pacificazione”, bensì con gli strumenti della cooperazione e della solidarietà internazionale. Non ha mancato, di conseguenza, di illustrate le linee-guida che sono alla base dell'impegno della Città di Napoli sul terreno della cooperazione internazionale decentrata (la reciprocità, la promozione dei diritti umani, il partenariato territoriale) e ha rappresentato le molteplici direzioni di un lavoro che, pur tra mille difficoltà e contraddizioni, vede oggi impegnata la Città di Napoli su molteplici versanti dai Balcani Occidentali al Vicino Oriente, dal sostegno alla decolonizzazione del Sahara Occidentale alla lotta contro la schiavitù in Mauritania, dall'impegno per il Kurdistan, la resistenza curda e la Rojava, sino alla piena auto-determinazione della Palestina.
Le relazioni non hanno mancato di centrare il tema e di focalizzare le questioni sin dalla relazione di scenario tenuta da Rosanna Morabito che ha inquadrato il contesto dei Balcani Occidentali e, in particolare, la vicenda storica e sociale dei rapporti tra Serbi ed Albanesi, con specifico riferimento al Kosovo, luogo saliente di implementazione del progetto PRO.ME.T.E.O., sia in relazione ai conflitti passati, sia alle recenti iniziative per il dialogo e i rapporti bilaterali. Maria Teresa Iervolino ha sottolineato l'importanza dell'inter-cultura come strumento per la prevenzione della violenza e della radicalizzazione e la gestione e il superamento dei conflitti. Giovanni Sarubbi ha declinato il tema della prossimità e della cooperazione, sia in termini di dialogo inter-religioso e di dialogo cristiano-islamico, sia in relazione alla necessità di contrastare l'islamofobia e di attivarsi in senso anti-militarista e nonviolento. Maurizio Del Bufalo ha richiamato l'importanza della cooperazione internazionale e dei suoi strumenti (Obiettivi di Sviluppo del Millennio) e ricordato l'esperienza, pertinente e significativa, del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli.
L'incontro, arricchito dalla lettura di una poesia tratta da “Solo Andata” di E. de Luca e l'intervento musicale del maestro Francesco Patalano sul tema “El pueblo unido, jamás será vencido” degli Inti Illimani, si è concluso con un ricco confronto tra i presenti, confermando la volontà condivisa di riflettere e sperimentare nuovi strumenti e interventi per la pace:
Siamo gli innumerevoli
raddoppia ogni casella di scacchiera
lastrichiamo di corpi il vostro mare
per camminarci sopra
Non potete contarci:
se contati aumentiamo,
figli dell'orizzonte
che ci rovescia a sacco
Nessuna polizia può farci prepotenza
più di quanto già siamo stati offesi
faremo i servi, i figli che non fate
le nostre vite i vostri libri di avventura
Portiamo Omero e Dante,
il cieco e il pellegrino
l'odore che perdeste
l'uguaglianza che avete sottomesso
Da qualunque distanza
arriveremo a milioni di passi
noi siamo i piedi e vi reggiamo il peso
spaliamo neve, pettiniamo prati
Battiamo tappeti
raccogliamo il pomodoro e l'insulto
noi siamo i piedi
e conosciamo il suolo passo a passo
Noi siamo il rosso e il nero della terra
un oltremare di sandali sfondati
il polline e la polvere
nel vento di stasera
Uno di noi, a nome di tutti,
ha detto "non vi sbarazzerete di me
va bene, muoio, ma in tre giorni
risuscito e ritorno"
In braccio al Mediterraneo
migratori di Africa e di oriente
affondano nel cavo delle onde.
il pacco dei semi portati da casa
si sparge tra le alghe e i capelli
La terraferma Italia è terrachiusa.
Li lasciamo annegare per negare.
Riferimenti:
La presentazione della conferenza;
I Corpi Civili di Pace in Kosovo;
MPPRE: "Por un Mediterráneo de Paz y Cooperación en Europa";
Siamo gli innumerevoli
raddoppia ogni casella di scacchiera
lastrichiamo di corpi il vostro mare
per camminarci sopra
Non potete contarci:
se contati aumentiamo,
figli dell'orizzonte
che ci rovescia a sacco
Nessuna polizia può farci prepotenza
più di quanto già siamo stati offesi
faremo i servi, i figli che non fate
le nostre vite i vostri libri di avventura
Portiamo Omero e Dante,
il cieco e il pellegrino
l'odore che perdeste
l'uguaglianza che avete sottomesso
Da qualunque distanza
arriveremo a milioni di passi
noi siamo i piedi e vi reggiamo il peso
spaliamo neve, pettiniamo prati
Battiamo tappeti
raccogliamo il pomodoro e l'insulto
noi siamo i piedi
e conosciamo il suolo passo a passo
Noi siamo il rosso e il nero della terra
un oltremare di sandali sfondati
il polline e la polvere
nel vento di stasera
Uno di noi, a nome di tutti,
ha detto "non vi sbarazzerete di me
va bene, muoio, ma in tre giorni
risuscito e ritorno"
In braccio al Mediterraneo
migratori di Africa e di oriente
affondano nel cavo delle onde.
il pacco dei semi portati da casa
si sparge tra le alghe e i capelli
La terraferma Italia è terrachiusa.
Li lasciamo annegare per negare.
Riferimenti:
La presentazione della conferenza;
I Corpi Civili di Pace in Kosovo;
MPPRE: "Por un Mediterráneo de Paz y Cooperación en Europa";
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