Presidio Ucraina Antifascista: fonte PDCI Nazionale |
Ogni
anno, da diversi anni a questa parte, il 2 Giugno rappresenta, al
tempo stesso, un'occasione e un contenitore: l'occasione per
confermare e rivendicare, contro ogni deriva neo-militarista e
revisionista, il carattere democratico e antifascista della nostra
Costituzione, su cui si fonda (si dovrebbe, concretamente, fondare)
la nostra Repubblica; e il contenitore di programmi e progetti,
attivazioni ed iniziative che provino a mettere a fuoco le emergenze,
vecchie e nuove, intorno alle quali riporre a tema l'elaborazione,
cara ai movimenti per la pace e la nonviolenza, contro la guerra e
l'imperialismo, per la democrazia ed il disarmo.
Ovviamente,
l'esistenza dell'occasione e l'organizzazione del contenitore non
risolvono da sé il problema: problema, che è oggi, anzitutto,
quello della “messa a rete” e della “messa a sistema”, delle
attivazioni e dei percorsi che, maturati all'interno e per iniziativa
del movimento
stesso,
troppe
volte
faticano, pur perseguendo i medesimi obiettivi, a procedere insieme,
a sviluppare le opportune sinergie ed a trovare le necessarie
convergenze. A Napoli, città metropolitana, ponte tra le culture e
porta del Mediterraneo, con le sue mille istanze e contraddizioni, la
ricchezza del suo tessuto associativo e la varietà del suo panorama
migratorio, tutto ciò assume connotati estremi, vivacissimi ed
esplosivi. Per mille ragioni e - anche - in occasioni recenti.
Prendiamo
il caso dell'Ucraina, tenendo a mente, sin da subito, che non di sola
Ucraina si tratta, dal momento che, soprattutto all'indomani del
recente discorso di Barack Obama a West Point,
dovrebbero essere chiari i connotati dell'imperialismo statunitense,
incarnati nel nuovo multilateralismo aggressivo (o, meglio,
multilateralismo minaccioso) di quella che finalmente si afferma
compiutamente come la “nuova” dottrina Obama, destinata a
superare ed aggiornare, al tempo stesso, la “vecchia” dottrina
Bush (per la quale sia consentito di rimandare al ns. “Da Bush a
Bush”, Città del Sole Ed., qui):
combinazione efficace di soft
power ed
hard
power,
introduzione di una diplomazia aggressiva, diversificazione ed
ampliamento delle opzioni politiche e militari a disposizione,
rivendicazione dell'impianto “messianico” alla esportazione della
“democrazia” e conferma della guerra quale strumento di tutela ed
affermazione degli interessi “americani”, ovunque minacciati, o
semplicemente messi in discussione, ai quattro angoli del globo.
Senza
disdegnare il ricorso a vecchi arnesi, che tuttavia, nella nuova
configurazione del pianeta e alla luce della “ansia da leadership”,
che anche il discorso obamiano minacciosamente ripropone, ri-assumono
un aspetto sorprendentemente nuovo e finanche innovativo:
destabilizzazioni e guerre per procura; sostegno alle istanze
eversive, ovunque collocate e comunque ispirate (persino fasciste e
naziste, all'occorrenza), per rovesciare il tiranno (alias:
anti-americano o, semplicemente, non ultra-americano) di turno;
appoggio diretto, in uomini e mezzi, consiglieri ed armati, media ed
armi, a tutti quei soggetti (talvolta anche singoli) e organizzazioni
(talvolta partiti, talvolta gruppi, talvolta fondazioni) che operano
“dall'interno” delle singole compagini da rovesciare e
sbaragliare in nome e per conto della democrazia liberale “a stelle
e strisce”.
Non
si sbaglia, dunque, a far correre la mente, non solo ad esempi che
tendono a fare parte della storia, sebbene le loro propaggini si
dipanino drammaticamente nella più imminente attualità, come
mostrano i casi della Libia e della Siria, ma anche ai ben più
imminenti casi del Venezuela, con i tentativi golpisti e le guarimbas
delle destre ricche contro il governo bolivariano, e dell'Ucraina,
dove la sollevazione golpista, ampiamente sostenuta e militarmente
combattuta da settori fascisti e persino neo-nazisti, ha prima
rovesciato un governo e poi dato corso ad una violenta repressione
militare contro quella parte di popolo e di Paese meno incline a
sopportare i diktat
della junta.
A Napoli, come si accennava, il 2 Giugno delle forze più
conseguentemente democratiche e antifasciste, sarà dedicato alla
mobilitazione per la pace e contro la guerra.
Dopo
il presidio democratico al consolato ucraino (9 maggio), le
iniziative di volantinaggio e l'assemblea aperta “Giù le Mani
dall'Ucraina”, contro la guerra e il fascismo, per la pace e la
democrazia, presso lo spazio ROSS@
nella Galleria Principe (23 maggio), la mostra-convegno promossa da
cittadini e cittadine, provenienti dalle più varie repubbliche della
ex Unione Sovietica, presso il Centro Culturale “La Città del
Sole”, contro le aggressioni e le stragi della junta
golpista
(29 maggio), ha gettato i presupposti di un coordinamento delle
mobilitazioni, che sarà lanciato proprio, simbolicamente, in
occasione del 2 Giugno, per attivare un percorso di sensibilizzazione
sociale, contro la minaccia fascista e le derive autoritarie, il
precipizio della guerra e delle aggressioni che drammaticamente si
affacciano, ancora, nel cuore dell'Europa.
Nessun commento:
Posta un commento