domenica 25 maggio 2025

Il 25 maggio, la 33esima elezione nel Venezuela Bolivariano

Le elezioni del prossimo 25 maggio nella Repubblica Bolivariana del Venezuela rappresentano una tornata politica ed elettorale di grande importanza. Non solo si terranno le elezioni parlamentari per il rinnovo dei 285 deputati all’Assemblea Nazionale, ma anche le elezioni statali, per il rinnovo di 24 governatori. È pressoché superfluo, se non fosse necessario per contrastare e smentire le bugie e le falsificazioni del mainstream occidentale e della propaganda imperialista, ribadire che si tratta dell’ennesima tornata elettorale in Venezuela dall’insediamento del comandante Hugo Chávez.

Un’ennesima conferma della vitalità del processo democratico che caratterizza il modello di democrazia partecipativa e protagonistica del Venezuela e che rappresenta una delle cifre del socialismo bolivariano, un socialismo popolare e umanistico, con una profonda carica antimperialista e rivoluzionaria, ispirato dal pensiero e dalla visione del comandante Chávez e proseguito e aggiornato oggi dal presidente Maduro. In questo scenario, la campagna elettorale è stata segnata dalla straordinaria mobilitazione popolare che si raccoglie intorno al Psuv, il Partito socialista unito del Venezuela, fondato su ispirazione di Chávez (2008) che esprime il nucleo dirigente della Repubblica Bolivariana del Venezuela e che rappresenta oggi il più grande tra i partiti socialisti dell’intera America Latina. Occorreva e occorre, infatti, un partito di questa natura, come soggetto catalizzatore e unificatore delle forze nazionali di progresso, esempio di organizzazione, unità, lotta, battaglia e vittoria, e come soggetto popolare e di massa. 

Le forze del Psuv e del Gran Polo Patriottico Simón Bolívar hanno celebrato la chiusura di campagna elettorale giovedì 22 maggio, alla presenza del presidente Maduro, a Caracas, tra ali di folla e una vasta mobilitazione di popolo che ha confermato il pieno appoggio al processo rivoluzionario. La più ampia partecipazione al voto, in questo contesto, è anche cartina di tornasole della vivacità e della vitalità del processo di trasformazione rivoluzionaria in cammino. Come ha detto Maduro, infatti, il voto del 25 maggio è, insieme, un atto di pace e una manifestazione di serenità e di stabilità per tutto il Venezuela, contro la minaccia di ricorso alla violenza che nuovamente sembra tentare la destra eversiva, già uscita sonoramente sconfitta alle elezioni presidenziali del 28 luglio. “Facciamo sapere al mondo che abbiamo ottenuto una grande vittoria”, ha esclamato Maduro rivolgendosi ai partecipanti, sottolineando ancora il protagonismo, l'unità e la forza del popolo bolivariano.

La democrazia partecipativa e protagonistica è il vero e proprio motore del potere popolare in azione e questo è il fondamento del processo rivoluzionario bolivariano e socialista. Di conseguenza, Maduro ha anche annunciato che i dieci distretti elettorali con più voti in ogni Stato saranno incorporati nel programma “Insieme tutto è possibile”, finalizzato a rafforzare lo sviluppo locale e il processo partecipativo. Non a caso, Maduro ha anche ricordato la lotta comune del popolo venezuelano e l'eredità del comandante Chávez: “C'è molto amore, perché abbiamo condiviso la lotta di tutti questi anni. Oggi siamo un popolo, un blocco storico, una forza che viene da Bolívar. Anche qui c'è Chávez, che cammina con noi”. Mobilitazione e partecipazione sono chiavi di volta: “Dove c'è popolo, c'è speranza. Dopo 32 elezioni, ci stiamo dirigendo verso la nostra 33esima vittoria, perché il popolo ha un piano, una direzione e dei progetti”. L’impegno delle autorità e del popolo è che le elezioni si svolgano in un clima di partecipazione e di serenità “per dare una lezione all'imperialismo e ai violenti”. 

È stato il segretario generale del Psuv, Diosdado Cabello, a dichiarare che alcuni settori dell'opposizione non si stanno preparando per le elezioni, bensì per organizzare disordini e violenze. Durante il suo discorso di chiusura della campagna elettorale nello stato di Delta Amacuro, Cabello ha affermato che la destra venezuelana intende nuovamente prepararsi alla violenza: “Siamo tenuti a prepararci per le elezioni e a contrattaccare ogni volta che vogliono la violenza, un contrattacco che li ha sempre lasciati in una posizione peggiore. Li abbiamo sconfitti ogni volta che hanno cercato di fomentare la violenza”. 

Ha quindi rinnovato l’invito a continuare a lottare per la pace e la tranquillità nel Paese. “Il 25 maggio otterremo due grandi vittorie: la prima è la vittoria dei deputati; la seconda è la pace e la tranquillità di questo Paese”, ha affermato. “Il Partito socialista unito del Venezuela e il Gran Polo Patriottico Simón Bolívar hanno cinque testimoni (rappresentanti di lista) per ogni tavolo, l’opposizione no, perché non hanno militanti, ma continuano con il loro piano di gridare “frode”. Noi lottiamo per la giustizia e per la pace di tutti i venezuelani”. Durante la chiusura, lo stesso Maduro ha sottolineato che, nonostante le violazioni del governo degli Stati Uniti contro i migranti venezuelani, il Venezuela continua a costruire “un progetto umanistico e giusto”. “In questo mondo pieno di ingiustizia ci impegniamo a costruire un progetto umanista in cui esista la giustizia”. 

Ha anche ricordato che il governo sta facendo tutto il possibile per salvare i migranti venezuelani rapiti in El Salvador, così come ha salvato la piccola Maikelys Espinoza. Quanti bambini vengono sottratti negli Stati Uniti? Sono questi democrazia e rispetto dei diritti umani? Il Venezuela è in prima linea nella difesa dei diritti umani e in Venezuela si sta creando un nuovo modello di democrazia popolare diretta per rafforzare ancora la rivoluzione. Domenica, 25 maggio, il popolo venezuelano si cimenterà in una nuova prova di democrazia.

Immagine:
La macchina del sistema elettorale digitale a riscontro incrociato in uso nelle elezioni in Venezuela. Foto di G. Pisa.

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