Alastair Rae, World Peace, CC BY-SA 2.0: https://www.flickr.com/photos/merula/207381423 |
Terreno di confronto e motivo di dibattito, talvolta anche di divisione, anche all’interno del movimento, complessivamente inteso, contro la guerra e per la pace, l’appello di Michele Serra, riportato dalla stampa, avverte, non senza allarme e apprensione, che “l’Europa è necessaria. Le sue divisioni e la sua debolezza politica sono ragione di grande preoccupazione per milioni di europei, che vorrebbero sentirla parlare con una sola voce. In un momento di così grande e veloce mutamento degli assetti mondiali, solo un’Europa più unita, più solida, forte dei suoi princìpi fondativi, convinta che il suo processo federativo debba accelerare, può essere capace di fare fronte al presente e preparare un futuro migliore. Per dimostrare che gli europei ci sono, e bisogna dunque fare l’Europa, ci vediamo sabato 15 marzo a Roma in piazza del Popolo. Sarà una manifestazione di cittadini, aperta a chiunque, di qualsiasi fede politica, si senta cittadino europeo. Senza simboli di partito, solo il blu stellato della bandiera dell’Unione Europea”. È dunque un appello per una mobilitazione, per una manifestazione di carattere nazionale, per “fare l’Europa”. Dunque un appello e, con esso, una piattaforma di mobilitazione, nella quale si possono facilmente riconoscere quelli che, fino a qualche anno fa, si chiamavano “europeisti” e che si riconoscono appunto nei principi fondativi “dell’Europa”.
E tuttavia, non è che l’inizio. Vi è, anzitutto, una contraddizione principale. E la contraddizione principale, nell’Europa e nel mondo di oggi, è la contraddizione tra guerra (attori della guerra, sostenitori della guerra, politiche e finanziamenti per la guerra) e pace (attori della pace, sostenitori della pace, finanziamenti e politiche per la pace). Su questo, il testo dell’appello non è semplicemente fuori strada; semplicemente, il contenuto non c’è; in quelle righe, la parole pace – incredibilmente – non compare neanche una volta. Testi di questo genere denotano un sorprendente scollamento dalla realtà, la realtà, anzitutto, della guerra sul suolo dell’Europa. Tanto manca la parola “pace”, quanto mancano, costantemente e sistematicamente, tra le cancellerie UE, iniziative e politiche per la pace, talvolta con effetti, oltre che tragici, persino grotteschi.
Nel momento in cui, dopo l’incontro di Riad tra il segretario di Stato Usa Marco Rubio e il ministro degli esteri della Federazione russa Sergej Lavrov (18 febbraio) si apre, per la prima volta in maniera significativa da tre anni a questa parte, una finestra negoziale, una opportunità per il dialogo, per la diplomazia e, in prospettiva, auspicabilmente, per il superamento della guerra e un orizzonte di pace, l’UE vara il suo sedicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, il 24 febbraio, dunque ben sei giorni dopo Riad, a ulteriore dimostrazione di quanto la strategia europea sia fuori tempo, fuori centro e fuori fase rispetto alla dinamica messa in moto dall’apertura della recente iniziativa diplomatica bilaterale: un vero e proprio, si direbbe, “epic fail” UE. Il tutto, con gli 88 miliardi di euro già spesi, più l’impegno militare in termini di supporto e di addestramento, più ancora il recente programma che vorrebbe destinare 800 miliardi di euro per il riarmo dell’Europa. Non potrebbe mostrarsi con maggior evidenza il fatto che la UE è un attore di guerra, non di pace, dichiaratamente: “Vogliamo una pace con la forza, e per questo oggi presento il piano di riarmo dell'Europa” (U. von der Leyen).
Infine, la questione fondamentale. Si dice: “l’Europa è necessaria”. Ma quale Europa? L’Unione di 27 Stati disciplinata dai Trattati? O quella che davvero è Europa: 48 Paesi, dall’Atlantico agli Urali, dal Portogallo alla Russia, uno degli spazi umani più affascinanti e complessi dal punto di vista storico, sociale, culturale, linguistico e religioso? È questo, lo sappiamo, l’unico vero spazio europeo. È per questo che non occorrono manifestazioni per la guerra o per chi sostiene la guerra; occorrono manifestazioni per la pace, e per la pace in positivo: cooperazione politica ed economica, diritti umani, giustizia sociale, lavoro, eguaglianza.
Riferimenti:
A Bruxelles il Consiglio per il “Rearm Eu”, Rainews, 06.03.2025:
https://www.rainews.it/maratona/2025/03/a-bruxelles-il-consiglio-ue-si-lavora-al-rearm-eu-al-centro-prestiti-e-peacekeepers-ed4b69b1-4a15-4b25-8b33-b203de261d90.html
L’appello di Serra: L’Europa, o si fa o siamo fregati. Tutti in piazza nel nome dei nostri valori, Arezzo 24, 02.03.2025:
https://www.arezzo24.net/notizie/politica/lappello-di-serra-leuropa-o-si-fa-o-siamo-fregati-tutti-in-piazza-nel-nome-dei-nostri-valori-casini-ci-saro
Simone De La Feld, Un quinto dei cittadini Ue a rischio povertà o esclusione sociale. Tra cui 13 milioni di italiani, eu.news, 12.06.2024:
https://www.eunews.it/2024/06/12/cittadini-ue-rischio-poverta-italia
Sostegno dell'UE all'Ucraina:
https://european-union.europa.eu/priorities-and-actions/eu-support-ukraine_it
Trattato sull’Unione europea:
https://eur-lex.europa.eu/collection/eu-law/treaties/treaties-force.html#new-2-51
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